Prima o poi capita a tutti di sentire l’amica che messa su l’aria furbetta sentenzia: “eh, la panna amalgama tutto”.
Per anni (gli ’80) abbiamo legato la pasta con il condimento che tutto avvolge e rende cremoso: panna e salmone, panna e piselli, panna prosciutto e funghi.
Poi, così com’era venuta, la panna è sparita dalle nostre tavole, allontanata dall’esigenza di mangiare in modo più leggero e salutare.
Ma possiamo considerarla il vero scheletro nell’armadio di ogni gasrofanatico 30/40enne.
Oggi vorrei spiegarvi come ottenere un condimento ugualmente cremoso ma fatto in casa e molto più leggero, direi in linea con le regole della tavola moderna.
In onore del Salone del Gusto di Torino, del quale si è fatto un gran parlare in questi giorni, ho usato un’eccellenza piemontese come la nocciola delle Langhe ma non in un dolce, bensì in un piatto di pasta, precisamente le trenette Senatore Cappelli di Latini.
Prima di passare alla ricetta permettetemi un consiglio per dummies della cottura. Avete sempre qualche dubbio sul quantitativo di acqua da usare per la pasta? Seguite la regola del 10-100-1000 cioè 10 gr di sale per 100 gr di pasta per 1 litro d’acqua. E il sale è meglio metterlo quando l’acqua bolle.
INGREDIENTI per 2 persone
200 gr di tagliolini
70 gr di nocciole delle Langhe
2 fette di pancarrè
40 ml di latte
aglio
erba di finocchio (anche selvatico)
50 gr olio evo
sale
pepe
PREPARAZIONE
Scaldare le nocciole in padella per circa 7 minuti girandole spesso per tostarle e far sì che sprigionino tutto l’aroma, frullate le nocciole con un macina spezie o con frullatore in modo da ottenere una granella sottile.
Tagliare la crosta del pan carrè e ammollarlo in poco latte, strizzarlo e metterlo in un frullatore con uno spicchio l’aglio, le foglie di finocchio — cioè i germogli verdi — 50 gr circa di olio extra vergine (se avete in casa l’olio alla nocciola potete aggiungere quello), frullare il tutto per ottenere una salsina omogenea.
Mettere la salsa in padella e aggiungere qualche cucchiaio di acqua di cottura, salare il necessario, e saltare la pasta nel condimento aggiungendo altra acqua se si addensa troppo.
Per gli amanti della grattugiata di parmigiano “sopra”, diciamo che qui è consentita anche se il gusto delicato del piatto suggerisce di non usarlo.