Le carni apprezzate un po’ ovunque e il caratteristico comportamento ne hanno fatto una preda abbastanza facile ed ambita dai cacciatori subacquei. E’ specie gregaria, poco diffidente e dal nuoto lento, facile da avvicinare: spesso è osservabile a piccola profondità in zone miste a scoglio sabbia, comunque dove vi sono anfratti e tane nei quali all’occorrenza (sempre con la consueta calma) si rifugia. Antichi autori classici decantavano la qualità delle carni e attribuivano agli otoliti di questa specie (piuttosto grossi) dei poteri contro i mali, tanto da realizzarne monili da portare come amuleti. La Corvina si nutre di Vermi, Crostacei ed anche (sembra) di una specie di alga (Cymodoccea nodosa).
Risulta essere parassitata da numerosi Trematodi. Può raggiungere i 70 cm di lunghezza; il corpo è compresso ai lati e un po’ tozzo; il muso è arrotondato con l’occhio abbastanza grande; la prima pinna dorsale è costituita da raggi spinosi, mentre la seconda, molto più estesa, da raggi molli. La pinna caudale è col margine posteriore lievemente convesso. Le pinne ventrali e anale hanno robusti raggi spinosi (il secondo raggio dell’anale è un grande aculeo). Il colore del dorso è grigio nerastro con riflessi metallici dorati (o anche giallo-verdi-dorati). Il colore delle pinne pettorali, ventrali e l’anale è nero con bordi bianchi. Quando muore, l’animale diviene di colore uniformemente tendente al grigio piombo. E’ pescato tradizionalmente con tramagli, lenze e nasse (innescate a Crostacei – in particolare con i granchi comunemente chiamati favolli-, Molluschi, Vermi) ed anche, come detto, con il fucile subacqueo.